30 Ottobre 2002 – 00:00 toscana oggi
“Firenze, in tutte le sue componenti, deve dimostrare di essere capace di raccogliere la sfida che le sta davanti”. E’ l’auspicio espresso mercoledì da don Giovanni Momigli, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Firenze, in merito alle polemiche sul Social Forum europeo, previsto dal 6 al 10 novembre. Per don Momigli “è necessario che la città tutta, pur nella distinzione di ruoli, competenze e posizioni, promuova iniziative di alto livello scientifico e culturale” per consentire al Social Forum di fare “un effettivo salto di qualità, sia nei contenuti, passando dalla protesta alla proposta, sia nelle modalità, bandendo con chiarezza e fermezza ogni forma di violenza ed emarginando con decisione tutti coloro che fanno ricorso ad atteggiamenti o dichiarazioni che generano malessere e timori e fanno alzare la tensione, spesso per fini che niente hanno a che vedere con l’interesse di quei poveri e di quegli oppressi a nome dei quali si dice di parlare e di lottare”. A suo avviso, il modo in cui la città si è preparata all’evento presenta “tre grosse lacune”: “essersi posti dando l’impressione che il Social Forum fosse l’obiettivo e non lo strumento; la pratica assenza, se si prescinde da quanto promosso dall’università, di iniziative e riflessioni di alto livello culturale” e “non aver prestato la necessaria attenzione o viceversa l’aver esaltato esclusivamente queste, alle diffuse difficoltà soggettive’ che la realizzazione di questo evento porta con sé in relazione a quanto avvenuto in passato in concomitanza di appuntamenti analoghi”. “Non si può pensare di vincere la paura con i richiami etici e le motivazioni politiche osserva don Momigli -, ma solamente contribuendo a creare un clima di serenità che dia sicurezza al cittadino”. Detto questo, don Momigli esorta la città a “dimostrare di essere capace di raccogliere la sfida che le sta davanti”, da affrontare “con il coraggio di scelte difficili, da assumere eventualmente anche in corso d’opera’ se gli eventi lo richiederanno”: “Firenze deve sapersi porre nei confronti del Social Forum con una maturità degna della sua storia di città del mondo, anche se città di Guelfi e Ghibellini”.Don Momigli ricorda inoltre che il Social Forum è “un mezzo, uno strumento, non l’obiettivo” per affrontare “importanti problematiche legate alla globalizzazione”. Il fatto che la diocesi “non utilizzi questa modalità”, precisa, “non significa che la Chiesa fiorentina non è interessata” a questi temi, “né tantomeno che non si schiera”. Al contrario – e cita le parole dell’arcivescovo mons. Antonelli all’incontro di “Sentinelle del mattino” del 21 settembre per una globalizzazione governata “prestando particolare attenzione alle popolazioni povere” – “ci rendiamo conto che lo schierarsi della Chiesa fiorentina è netto e preciso, senza però travalicare il proprio compito, che è quello di educare le coscienze’ e lasciando ai laici cristiani il compito, che è loro proprio, di inserirsi intimamente nel tessuto della società civile’, ossia di utilizzare gli strumenti che ritengono più coerenti ed efficaci”.
VITA
Forum europeo: diocesi Fi, Chiesa è interressata
Don Giovanni Momigli, pastorale sociale: «Il fatto che la diocesi non partecipi non significa che non sia attenta a queste tematiche». Il Social Forum: «È uno strumento non un obiettivo»
di Giampaolo Cerri
‘Le posizioni delle forze politiche e sociali sono ormai note a tutti. E se non emergono elementi di pericolosita’ certa, capaci di far assumere decisioni ‘concordate’ fra i vari livelli istituzionali, dal 6 al 10 novembre Firenze ospitera’ il Social forum europeo. E Firenze, in tutte le sue componenti, deve dimostrare d’essere capace di raccogliere la sfida che gli sta davanti”. Lo afferma don Giovanni Momigli, direttore dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Firenze, il prelato che fin qui ha seguito per la Curia il coinvolgimento di settori del mondo cattolico nell’organizzazione del meeting no global. Don Momigli lamenta che la citta’ di Firenze non si sia preparata a dovere all’appuntamento e che quindi alla fine abbia vinto un clima di ”paura”. ”E’ una sfida da alcuni cercata e da altri subita, ma pur sempre una sfida – aggiunge don Momigli – che tutti dobbiamo saper positivamente affrontare, con il coraggio di scelte difficili, d’assumere eventualmente anche in ‘corso d’opera’ se gli eventi lo richiederanno. Firenze deve sapersi porre nei confronti del Social forum con una maturita’ degna della sua storia di citta’ del mondo, anche se citta’ di Guelfi e Ghibellini. E deve farlo attingendo alla sua identita’ di citta’ della cultura e dell’umanesimo: solo la riscoperta delle radici ed un attivo senso della memoria rende capaci di progetto e di futuro, facendo andare oltre quel clima politico-culturale affogato nel presente e caratterizzato da un pensiero debole diffuso”. ”Solo se ritrovano l’anima, la cultura e la politica – prosegue il responsabile della pastorale sociale della Diocesi di Firenze – possono assumere quella dimensione che e’ loro propria per la costruzione e la crescita della polis. Sentire forte il senso di appartenenza a Firenze, significa saper mettere Firenze, con la sua storia ed il suo futuro, la sua realta’ ed il suo ruolo, prima ed oltre le divisioni; come significa sentirsi parte di una citta’ che appartiene al mondo”. Il Social forum e’ ”un mezzo, uno strumento, non l’obiettivo”, osserva don Giovanni Momigli. ”E sugli strumenti, non ci possono non essere pluralita’ di valutazioni e differenti atteggiamenti”, precisa il sacerdote, che aggiunge: ”Il fatto che la Diocesi in quanto tale non utilizzi questa modalita’, non partecipando al Social forum, non significa che la Chiesa fiorentina non sia interessata alle problematiche poste dalla globalizzazione, ne’ tanto meno che non si schieri”. ”Quello della globalizzazione e’ un processo che non puo’ essere fermato, ma deve essere governato – afferma don Momigli – prestando particolare attenzione alle popolazioni povere, assicurando un’equa distribuzione dei beni e delle risorse della terra tra i diversi Paesi ed i diversi cittadini, tutelando allo stesso tempo gli equilibri della natura, come dice testualmente il comunicato della Diocesi dopo l’incontro dei rappresentanti del Social forum con l’arcivescovo Ennio Antonelli”.