Don Giovanni Momigli

Serve un’alleanza per il lavoro – Toscana Oggi 5-5-25

Serve un’alleanza per il lavoro. Articolo pubblicato da Toscana Oggi-L’Osservatore Toscano del 5 maggio 2025

Il dramma degli incidenti sul lavoro, nei quali molti perdono la vita, richiede una mobilitazione delle coscienze e di essere davvero “Uniti per un lavoro sicuro”, come recita lo slogan di CGIL-CISL-Uil in questo Primo Maggio 2025.

La necessità di essere uniti risulta indispensabile anche per affrontare con maggiori chances situazioni aziendali critiche, come, ad esempio, quella della Targetti, che in questi giorni viene discussa al ministro delle imprese e del made in Italy.

Un’alleanza fra tutti i soggetti in campo è ancor più necessaria per affrontare con una visione prospettica nuova la crisi della moda, che mette a dura prova una molteplicità di aziende anche nella piana fiorentina.

Parlare di alleanza, soprattutto quando si tratta di procedere a una profonda riorganizzazione produttiva e al ripensamento di un’intera filiera, significa porsi l’obiettivo di un coinvolgimento ampio, che sappia tener conto anche di coloro che si stanno inserendo nel mondo del lavoro.

In questa ottica, è necessario porsi una domanda semplice, che allo stesso tempo è assai complessa: si può pensare la riorganizzazione di un’azienda e tanto più di una filiera senza tener conto delle caratteristiche e delle esigenze che pongono al mondo del lavoro le nuove generazioni?

Capire e tener conto di cosa cerca oggi un giovane nel mondo del lavoro e quali sono le sue aspirazioni è una sfida a cui le aziende e l’intero mondo del lavoro non possono sottrarsi, soprattutto in un panorama lavorativo alle prese con la carenza di talenti, ma anche con un enorme divario tra le competenze richieste e quelle possedute, tra il bisogno di interagire e collaborare all’interno dell’azienda e la scarsa propensione alla socialità

Premesso che il mondo giovanile, anche in rapportato al tema del lavoro, non è un tutt’uno indistinto, non si può non rilevare che le giovani generazioni sono portatrici di un’idea di lavoro differente rispetto alle generazioni precedenti.

Secondo importanti studi, tra gli elementi più ricercati dai Millennials (nati tra il 1980 e il 1994) e dalla Generazione Z (nati dal 1995-2010 in poi) troviamo: la flessibilità, sia in termini di gestione del tempo lavorativo che del luogo di lavoro; la formazione continua; la valorizzazione delle competenze; la possibilità di crescita professionale e personale; una cultura aziendale basata sulla responsabilità sociale e ambientale; la presenza di una politica di welfare.

«Il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale, se cerchiamo di vederla veramente dal punto di vista del bene dell’uomo», scriveva nel 1981 Giovanni Paolo II nella Laborem exercens (3). Benedetto XVI, nel 2009, aggiungeva che «la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica» (Caritas in veritate, 75). E papa Francesco, nella Bolla di indizione del Giubileo, scrive: «La comunità cristiana non può essere seconda a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica», ha scritto papa Francesco (Spes non confundit, 9).

La questione lavoro non è solo questione di riorganizzazione produttiva e di tecnologia, ma è anche questione antropologica. E un’alleanza sociale che sia generatrice di speranza non può non avere al centro la persona.

In questa ottica, come Ufficio Problemi Sociali e Lavoro, in collaborazione con altri soggetti, abbiamo avviato una di lettura locale del rapporto giovani-lavoro, per poter offrire alla riflessione comune anche dati concreti su cui ragionare.

 

Articolo Primo Maggio 2025 Toscana Oggi

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