Don Giovanni Momigli

Serve una nuova cultura del lavoro e della sicurezza

Articolo pubblicato su L’Osservatore Toscano – Toscana Oggi, 15 dicembre 2024

Di fronte a una tragedia come quella consumatasi lunedì 9 dicembre nel deposito carburanti Eni, nel comune di Calenzano, il primo pensiero non può che andare ai morti, ai feriti e alle loro famiglie. Un pensiero che, per chi crede, si fa preghiera. Un pensiero che deve accompagnare e ispirare anche tutti i passi successivi, rimanendo vicino alle persone e alle famiglie improvvisamente e tragicamente colpite e accertando rigorosamente le dinamiche e le eventuali responsabilità di questo gravissimo incidente.

Con il costante ripetersi di incidenti mortali, anche quello che è giusto e doveroso – come le espressioni di vicinanza e solidarietà, l’indignazione espressa a voce alta, la proclamazione del lutto cittadino e regionale, lo sciopero di pretesta – sembra incapace di incidere nella mentalità e nel tessuto quotidiano delle dinamiche dell’organizzazione del lavoro.

Le indagini diranno quello che è veramente successo. Ma al di là dei risultati, nasce spontanea una domanda: una comunità può tollerare che un sito come questo deposito Eni permanga in un contesto come quello attuale? Le conseguenze dell’esplosione per le persone e le strutture di quell’area sono la dimostrazione di quanto il “rischio rilevante”, evidenziato alcuni anni fa, possa concretamente tradursi in realtà.

Occorre creare una nuova cultura del lavoro, della legalità e della sicurezza. E per creare questa nuova cultura, capace di incidere anche sulla sicurezza dei processi produttivi, non ci si può fermare a difendere il lavoro: è indispensabile sviluppare nuove strategie per tutelare il lavoro buono, far emergere le zone grige e nere e combattere quei ritmi e quelle modalità lavorative che espongono pericolosamente a incidenti mortali.

Dopo il doloroso incidente all’Esselunga di Via Mariti del febbraio scorso, la città metropolitana di Firenze viene nuovamente e drammaticamente ferita da questa tragica esplosione. Un monito forte: Firenze, in quanto città metropolitana e in tutte le sue componenti, è chiamata a un protagonismo nuovo, per ridare al lavoro, alla dignità di chi lavora, la centralità che oggi sembra perduta.

L’Osservatore Toscano – Toscana Oggi

***

Sempre a proposito della tragedia di Calenzano, don Giovanni Momigli è stato intervistato da Radio InBlu2000, nella puntata di mercoledì 11 dicembre di Chiesa e Comunità, condotta da Giorgia Bresciani.
Don Momigli

condividi questo post

Facebook
Twitter
Pinterest