Prima domenica di Quaresima Anno B: Gen 9,8-15 – Dal Sal 24 (25) – 1Pt 3,18-22 – Mc 1,12-15
Se «tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà», come abbiamo pregato nel ritornello del salmo, significa che non dobbiamo temere neppure le situazioni più intricate e oscure, anche quando ci mettono a dura prova e ci chiedono scelte difficili.
La Quaresima non è un tempo per penitenze esteriori, ma un tempo che ci ricorda proprio la necessità della scelta. Vivere è scegliere; è rimettere insieme i pezzi, “mettere ordine” nella nostra vita fra le tensioni, anche contrapposte, che ci attraversano e ci interrogano anche lacerandoci.
L’evangelista Marco ci consegna l’immagine biblica del deserto, entro il quale Gesù viene spinto, quasi con violenza, dallo Spirito, per essere tentato da Satana. Non descrive le tentazioni, ma presenta l’esito finale della lotta sostenuta da Gesù.
Il passaggio nel deserto non è un male che bisogna sopportare, ma rientra nel progetto di Dio. È un passaggio che fa emergere tutto quello che c’è dentro di noi, compresi gli attaccamenti del nostro cuore.
Il deserto ci pone faccia a faccia con la nostra libertà è ci impone di scegliere che tipo di persone vogliamo essere e che vita vogliamo vivere.
La tentazione è sempre una scelta tra due vite, tra due amori. Senza la tentazione verrebbe a mancare il grande gioco della libertà; della chiamata, della scelta.
La Bibbia a questo proposito è ben chiara: «io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male» (Dt 30,15-16). Il primo comandamento è quello della libertà: scegli!
Che poi significa «scegli sempre l’umano contro il disumano» (David Maria Turoldo), scegli sempre ciò che costruisce e fa crescere la tua vita e quella degli altri in umanità e dignità.
Occorre, dunque, guardare all’esperienza della tentazione come realtà positiva; come momento di discernimento, di scelta. Al punto che l’apostolo Giacomo, afferma: «considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove» (Gc 1,2).
La nostra libertà si misura ogni giorno con la tentazione di essere altro da ciò che siamo e di puntare la vita verso noi stessi invece che verso Dio.
Se non sperimentiamo la tentazione significa che non abbiamo neppure un orientamento e che, per noi, tutto ha lo stesso valore.
Abbiamo bisogno di fare ordine nel cassetto del cuore e di liberare la nostra libertà dalle illusioni e dagli inganni.
Anche per noi la Quaresima è tempo per lasciarci condurre nel deserto, per guardarci dentro e cercare di ristabilire le priorità, ritornando a ciò che conta davvero.
Quando ci ritroviamo deserto della vita, quando ci troviamo ad attraversare situazioni inaspettate e spesso faticose, emerge tutto quello che c’è dentro di noi. In modo particolare si fanno sentire quei lati oscuri che di solito tendiamo a mettere a tacere.
Gesù stava con le bestie selvatiche. Non dobbiamo solo fare i conti con le bestie selvatiche che stanno fuori di noi, ma anche quelle che urlano dentro di noi e ci spaventano.
Il deserto è il tempo in cui siamo chiamati a imparare a dialogare con le bestie selvatiche che ci abitano. E come Gesù, sperimenteremo anche la presenza degli angeli.
Il Padre, ne siamo certi, non ci lascia mai soli in questa lotta.