Questa mattina – 12 giugno 2024 – nella sede del Consiglio Regionale della Toscana, ho partecipato al ricordo del consigliere regionale Massimiliano Pescini, morto il 25 maggio scorso a quarantanove anni in seguito a una grave malattia.
Nell’Aula consiliare del Palazzo del Pegaso, oltre ai consiglieri e agli invitati, erano presenti anche i familiari, che hanno scritto un pensiero letto dal Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Mazzeo.
Gli interventi dei rappresentanti dei vari gruppi politici presenti in consiglio sono stati pronunciati con forte coinvolgimento ed emozione, riportando testimonianze personali e mettendo in luce, senza eccezione, lo spessore umano, culturale e politico di Massimiliano Pescini.
Nell’aula che ha visto Massimiliano Pescini consigliere, da parte dei colleghi sono rimbalzate frasi come: «Era un uomo ponte e non un uomo muro»; per lui la politica era il «luogo del ragionamento e della mediazione» per il bene dei cittadini; «sempre attento alle ragioni degli altri». Il presidente della Giunta Regionale, Eugenio Giani, Massimiliano Pescini era il volto di una politica positiva, dell’impegno competente e generoso per il bene dei cittadini.
Ho conosciuto Pescini da quando era sindaco di San Casciano, dove per tutti era «Massimiliano». Più volte è venuto allo Spazio Reale di San Donnino (Campi Bisenzio), per partecipare agli incontri di approfondimento che organizzavamo su varie tematiche. Aperto al confronto, cercava di conoscere e capire sempre meglio le questioni. Spesso continuavamo a parlare del tema della serata attorno a una pizza, insieme al cardinale Betori che a volte si fermava a cena con noi.
Pensando a questi momenti di incontro, alla sua tendenza all’approfondimento culturale e al suo specifico modo di vivere l’impegno politico, così diverso dalla politica urlata e dei social, mi sono venute alla mente le parole pronunciate dal cardinale Zuppi introducendo il Convegno sul Codice di Camaldoli, il 21 luglio 2023, a proposito delle ricadute negative del «divorzio tra cultura e politica, non solo per i cattolici, consumatosi negli ultimi decenni del Novecento».
Non si tratta solo di competenze specifiche, delle quali un buon politico sa avvalersi attraverso collaborazioni e sinergie virtuose, ma di quello spessore culturale che fa crescere le persone e le comunità, che impedisce di schiacciarsi sulle emergenze del presente e di lasciarsi assorbire dalla sterile sovrapposizione di monologhi, che non aiutano a comprendere meglio persone e situazioni.
Mi sarebbe piaciuto che tutti i cittadini avessero avuto la possibilità di respirare il clima di reale commozione e di toccare con mano lo spessore umano presente questa mattina dall’aula del Consiglio Regionale della Toscana: avrebbero visto un volto della politica che, purtroppo, non siamo abituati a vedere e che sarebbe benefico per tutti.
Grazie Massimiliano.
Ti accompagno con la mia povera preghiera.