Don Giovanni Momigli

Preghiera a Gesù Bambino

Santo Natale 2022

Caro Gesù,

sono davanti al presepe e mi sorprendo per la mia mancanza di stupore. Forse ho smarrito il senso del mistero, che pure è costitutivo del nostro essere nel mondo, e ho perduto la capacità di soffermarmi, per cogliere l’essenza di quel che accade intorno a me e dentro di me.

Assorbiti dall’istantaneità della comunicazione e dal mito dell’immagine, anziché osservare e riflettere sulla vita, sul creato e sugli eventi, ci stiamo abituando a usare parole senza pensiero e a fotografare e postare spezzoni di quelle che pensiamo siano le parti migliori di noi stessi, di quello che facciamo e dei luoghi che visitiamo.

Le nostre invenzioni hanno positivamente potenziato le nostre possibilità, ma hanno esaltato anche le nostre criticità. Nonostante la qualità smart dei nostri dispositivi, l’umana debolezza ci ricorda la nostra precarietà.

Precarietà, fragilità e interconnessione segnano la nostra vita personale e sociale, ma difficilmente ne teniamo conto nel valutare, nel fare scelte e nell’operare.

Basta allargare il nostro campo visivo per vedere come le varie crisi sono fra loro intrecciate nelle conseguenze, spesso anche nelle cause, e per renderci conto che alla radice di molte questioni c’è la mancanza di rispetto per l’essere umano.

Con la tua nascita ci mostri che non è la potenza ma la fragilità il presidio dell’attenzione; la miccia che accende e propaga l’amore e che sprigiona le nostre risorse; la via che consente di tracciare e costruire insieme prospettive e sentieri più umani e pieni di vera speranza.

Verbo di Dio, assumendo la nostra carne, ci dici quanto siamo preziosi, che non dobbiamo affatto vergognarci dei nostri limiti e che la nostra precarietà è la vera chiave per interpretare noi stessi e il mondo, per aprirci all’ascolto, alla relazione e a una fraterna e solidale interazione.

La vita ce lo insegna ogni giorno, imprimendo sulla nostra pelle e nel nostro intimo delle cicatrici diverse e preziose, come quelle lasciatemi dall’improvvisa malattia che mi ha colpito alla fine del mese di luglio.

In questa particolare esperienza ho sentito, palpabile, la tua presenza e il tuo sostegno e ho sentito il forte calore della vicinanza e dell’amicizia di molte persone. La ricchezza di tanta grazia è per me una preziosa risorsa esistenziale, alla quale attingere per crescere in sensibilità e umanità e come sostegno nella fede.

Signore, la tua nascita ci doni la gioia di sentirci amati e la forza di amare nella quotidianità della vita. E ci doni lo stupore per la potenza della debolezza.

Vieni Signore Gesù!

Don Giovanni

Don Momigli

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