Festa di San Zanobi, vescovo. Patrono di Scandicci. 10 maggio 2025
Saluto fraternamente i preti del vicariato qui presenti e tutte le comunità parrocchiali di Scandicci.
Un saluto ai rappresentanti dell’Amministrazione e del Consiglio Comune di Scandicci, alla Polizia Municipale, all’Arma dei Carabinieri, a tutte le associazioni e a tutte le persone presenti a questa celebrazione.
La delibera, approvata dal Consiglio Comunale il 9 maggio 1983, con la quale viene stabilito che il patrono di Scandicci è San Zanobi, mette in evidenza la necessità di ricondurre ad unità la festività patronale, che fino a quel momento «veniva ripartita nell’ambito solare attivando forme di mezza festività il 24 Giugno per s. Giovanni, patrono di Firenze, ed il secondo giovedì di Ottobre data ricorrente delle festività fieristiche annuali».
Alla base della scelta civica di darsi un patrono, dunque, c’è un’esigenza di unità, per favorire il senso di appartenenza alla città.
Unità e senso di appartenenza sono essenziali e vanno ricercati con determinazione, non solo nelle e dalle istituzioni, ma da parte di tutti i cittadini, per rendere la città sempre più dinamica, viva e al passo con il cambiamento dei tempi e delle generazioni
Alcune parole che l’apostolo Paolo scrive ai cristiani di Efeso possono benissimo adattarsi anche a tutti gli abitanti di una città: «Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione» (Ef 4,4).
Si può stare in una città limitandosi ad occupare uno spazio, utilizzando e consumando le opportunità che offre e cercando altrove quello che non vi si trova.
La vocazione civica di ogni cittadino, nativo o sopraggiunto, però, è quella di abitare la città vivendola, interagendo, contribuendo con il proprio apporto a renderla migliore, più a misura di persona e di comunità.
La città è l’ambito in cui ogni cittadino è chiamato, con le proprie competenze ruoli e responsabilità, a operare perché non venga stravolto, o venga ritrovato, l’equilibrio fra residenza, attività economica e spazi comuni e per una proficua interazione tra funzioni economiche, sociali, culturali, ricreative e ambientali.
Celebrare il santo patrono è un’occasione propizia per riflettere su quello che unifica e ricorda che l’anima di una città non è data dai manufatti, strutture e servizi, pur importanti, ma è data dai suoi abitanti, dalla rete di relazioni che si riesce a tessere.
I credenti sanno bene – o almeno dovrebbero saperlo – che il santo patrono, che per noi è il Vescovo fiorentino Zanobi, non è una specie di “copertura assicurativa” sulla vita delle persone e della città, ma un appello a un constante cammino da fare insieme, vivendo con passione e responsabilità la vita della parrocchia e la vita della città.
Con la sua azione pastorale, San Zanobi ha fatto sì che il cristianesimo assumesse una significativa organizzazione comunitaria, in un ambito ancora pagano, anche se il Vangelo sembra essere giunto nel territorio fiorentino prima del quarto secolo.
La dimensione comunitaria non si esprime nell’uniformità, ma nella ricchezza della varietà, che presuppongono anche il conflitto, da affrontare cercando sempre una sintesi superiore.
Il senso di appartenenza alla comunità si esprime nella volontà di convergere della molteplicità dei doni e delle azioni di ciascuno e, prima ancora, della comunione che deriva dalla forte consapevolezza che tutti siamo chiamati a costruire un futuro comune.
Per chi crede in Gesù Cristo – che è vivo in mezzo a noi e come Buon Pastore ci guida con amore e ci chiama all’amore – dovrebbe essere naturale spendersi per l’edificazione della comunità cristiana e, contemporaneamente, per la comunità cittadina, ponendosi come fermento nella vita sociale, culturale, economica, politica.
«Senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti… Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo». Queste parole, pronunciate da Leone XIV salutando Roma e il mondo dopo la sua elezione, rappresentano un monito che interpella tutti noi.
Solo insieme, con il peculiare contributo di tutti e di ciascuno, è possibile costruire una comunità sempre più viva, inclusiva, coesa. Una comunità sempre più relazionale e più umana.
Celebrare la festa del Patrono in questo Anno del Giubileo, che Papa Francesco ha voluto nel segno della vera speranza, ci spinge a guardare con occhi nuovi la realtà che ci circonda e la città in cui viviamo, per «essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio» (Spes non confundit, 9).
San Zanobi interceda perché in questa nostra città di Scandicci cresca il senso di appartenenza e il comune impegno per creare valore sociale, inclusione e solidarietà, mettendo al centro la persona e il bene comune.