Don Giovanni Momigli

Omelia Festa di Maria Madre delle Grazie di Montenero- Badia Fiorentina 15 maggio 2024

Maria Madre delle Grazie, Madonna di Montenero, Patrona della Toscana (At 1,12-14; Gdt 13,18-20; Gv 2,1-11)

Papa Pio XII, il 15 maggio 1947, dichiarò Maria Madre delle Grazie, Madonna di Montenero, “Mater Etruriae”, Patrona della Toscana.

La celebrazione di questa festa, prevista dal calendario liturgico delle Chiese della Toscana, non è qualcosa che si aggiunge all’immediata preparazione alla Pentecoste, ma è intimamente connessa.

Il brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato, infatti, racconta che, dopo l’Ascensione del Signore, gli apostoli «erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui» (At 1,14).

Unirci alla preghiera di Maria e degli apostoli in attesa della Pentecoste, rende sicuramente più disponibili i nostri cuori e le nostre menti all’accoglienza dello Spirito Santo.

Venerare Maria come Madre delle grazie ci pone di fronte all’evento della Pentecoste avendo presente tutto il mistero di Cristo, partendo dall’incarnazione del Verbo.

Per capire bene l’espressione Madre delle grazie è necessario tener presente che, prima di tutto, non ci si riferisce ai benefici spirituali e anche materiali ottenuti per l’intercessione di Maria. Il significato, più profondo, è quello biblico della parola grazia.

Il senso di questo titolo dato a Maria può essere meglio compreso partendo dall’attributo mariano presente nelle Litanie Lauretane: Mater Divinae Gratiae.

Invocare Maria come Madre delle grazie è possibile solo perché Maria è Madre della Grazia Divina, che non è un concetto astratto, una teoria teologica, ma un evento concreto, una persona: Gesù Cristo.

Senza moltiplicare le citazioni bibliche o spendere ulteriori parole, basta ascoltare quanto dice Giovanni nel prologo del suo vangelo: «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia, perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,16-17).

Gesù è la grazia di Dio che ci raggiunge! La carne di Gesù è anche la nostra carne: la realtà della sua carne è uguale alla nostra.

La venerazione verso Maria ci porta a guardare a Gesù, da lei generato, nutrito e curato. E ci conduce a fare i conti con una realtà di fede, che emerge dal colloquio dell’Angelo con Maria: per raggiungerci con la sua Grazia, Gesù Cristo Verbo fatto carne, Dio ha chiesto l’assenso e la collaborazione di Maria.

Questo ci dice che, anche nell’evangelizzazione e nell’umanizzazione del mondo, ci sono cose che Dio affida al nostro assenso e alla nostra collaborazione.

Così come affida il seme al seminatore, che provvede a seminarlo senza parsimonia, il Signore ci affida il vangelo perché lo accogliamo e lo seminiamo nei sentieri della vita, confidando nella potenza della sua azione.

Ciascuno è interpellato personalmente, ma è chiamato a vivere la comunione, per dare una risposta non solitaria, ma corale: come in una polifonia ognuno contribuisce con la propria peculiarità.

Come scrive il cardinale Giuseppe Betori nella lettera a conclusione della visita pastorale: l’accoglienza del vangelo è «personale» ma la testimonianza è «comunitaria». E più avanti aggiunge: «La corresponsabilità si fonda su una fondamentale e necessaria “sinfonia delle diverse vocazioni”, dove ciascuna scopre la propria peculiarità unicamente in connessione con le altre… e ogni membro dell’unico corpo che è la chiesa, sintonizzandosi con tutto il popolo di Dio, è chiamato a offrire il proprio decisivo contributo attraverso la fedeltà al dono di grazia ricevuto» (3d)

Attenta alle nostre necessità, Maria ci prende per mano nel nostro cammino quotidiano di risposta alla chiamata e di testimonianza, diventando così la Madre delle grazie.

L’attenzione di Maria, come abbiamo ascoltato nel brano del vangelo, si traduce, prima nel segnalare al Figlio quello che manca perché la nostra gioia sia piena, e poi, nell’indicare il “segreto” della sua stessa vita, del suo essere donna dell’ascolto: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5).

Quella che Maria rivolge ai servi e a ciascuno di noi è una raccomandazione semplice ma essenziale, che condensa il senso e l’intera vita cristiana.

Ogni autentica devozione alla Madre del Signore, pertanto, si esprime nell’obbedienza alla parola del Figlio.

Maria Madre delle grazie, interceda per noi!

Don Momigli

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