Don Giovanni Momigli

Omelia domenica 12 gennaio 2025

Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo (Is 40,1-5.9-11   Sal 103   Tt 2,11-14;3,4-7   Lc 3,15-16.21-22)

Seguendo un’antica tradizione, il Tempo di Natale si chiude con la festa del Battesimo di Gesù, che in questo anno liturgico ci viene proposto nella versione del Vangelo di Luca.

Le immagini della liturgia sono solenni e coinvolgono l’intera umanità. Isaia dice che «si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini» (Is 40,5) e Paolo scrive che è «è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini» Tt 2,11).

Questa gloria non si rivela e questa grazia non appare in luoghi o ambiti in cui ci aspetteremmo, ma in un deserto. Più esattamente, nel punto più basso della terra abitata, dove il Verbo fatto carne viene riconosciuto dal Padre mentre sosta in preghiera dopo essersi immerso in un corso d’acqua fangosa.

Prima di immergersi nell’acqua, Gesù si immerge nella folla, condividendone il desiderio profondo di rinnovamento, e dopo si immerge nella preghiera, nella comunione col Padre

L’evangelista annota che tutto «il popolo era in attesa» (Lc 3,15). Le parole di Isaia nella prima lettura condensano il senso di quest’attesa: «Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore» (Is 40,2).

Quello di Isaia è un invito alla speranza che chiede anche un movimento: «preparate la via al Signore» (Is 40,3). Costruire una strada significa credere che quella strada consentirà la possibilità di nuovi e significativi incontri: in questo caso si tratta dell’incontro col Signore che viene.

Promessa dopo promessa, quella del popolo è un’attesa che si è protratta nel tempo, tanto che nasce serpeggia il dubbio e la paura dell’abbandono.

Secondo l’evangelista, il popolo attendeva un intervento di Dio che si sarebbe manifestato attraverso una persona precisa: il Messia. E molte persone in cuor loro si domandano se il Cristo atteso non fosse proprio Giovanni Battista. Ma lui, respingendo questa ipotesi, chiarisce che viene uno che non si limiterà a una semplice purificazione con l’acqua, ma «battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Lc 3,16).

In questo contesto di attesa e di purificazione, Gesù si mescola tra la folla per venire battezzato: «Ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera» (Lc 3,21).

Mostrare Gesù che vive un rapporto costante col Padre, una relazione vitale con Lui, è un tratto caratteristico dell’evangelista Luca.

Luca presenta Gesù in preghiera prima di compiere un atto di particolare importanza, come la scelta degli Apostoli, oppure dopo aver compiuto miracoli e guarigioni: «si ritirava in luoghi deserti e pregava» (Lc 5,16; Lc 6,12; 9,18; 11,2). Anche nel momento della tentazione e della prova, Luca ci dice che «in preda all’angoscia Gesù pregava più intensamente» (Lc 22,44).

Alla preghiera di Gesù dopo il battesimo, il Padre risponde con la presenza del suo Spirito. Luca presenta lo Spirito in modo simbolico e molto fisico, descrivendolo come una colomba, che richiama il nuovo inizio dopo il diluvio: «Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba» (Lc 3,21-22).

E poi risponde con parole dirette: «E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”» (Lc 3,22). Il Padre si rivolge a Gesù chiamandolo figlio amato e dicendo di essere compiaciuto, contento di lui.

La preghiera, come la vita e la missione, di ciascuno di noi, ma anche dell’intera Chiesa, unita a quella di Gesù costantemente rigenera: ci fa vivere un rapporto filiale con Dio, «Padre nostro», e ci fa sentire amati da lui.

Non è la nostra volontà di vivere moralmente integri e fedeli alla legge di Dio che dona novità e pienezza di vita e che salva, ma l’amore del Padre che si manifesta in Cristo; che scaturisce dalla relazione di Cristo col Padre nello Spirito.

L’amore del Padre e il suo Spirito fa nuove tutte le cose. In quest’amore e in questo Spirito, si rigenera anche la nostra vita.

Don Momigli

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