Don Giovanni Momigli

Omelia domenica 15 settembre 2024

Ventiquattresima domenica Tempo Ordinario Anno B: (Is 50,5-9   Sal 114   Giac 2,14-18   Mc 8,27-35)

Come a Pietro, anche a ciascuno di noi e all’insieme della comunità che celebra, Gesù rivolge direttamente la domanda fondamentale, da cui deriva tutto il senso della vita e della fede: «Ma voi, chi dite che io sia?» (Mc 8,29). A questo punto del tuo cammino che cosa hai capito di me? Chi sono io per te?

Nell’itinerario del Vangelo di Marco, questo interrogativo si colloca in un momento in cui, dopo l’accoglienza incontrata, sta crescendo un certo sospetto e un qualche rifiuto di Gesù, perché quello che dice e fa non corrisponde alle attese e agli interessi degli uditori.

Gesù non asseconda le attese di avere un guaritore a disposizione, non offre soluzioni immediate ai problemi, non garantisce gloria e possesso, soprattutto prende le distanze dalla mentalità religiosa del sacrificio e del potere che non coinvolge la vita quotidiana.

Da quel che dice la gente, emerge chiaramente che le persone hanno di Gesù una visione parziale e che non riescono a uscire dai loro schemi, ad andare oltre il già noto: vedono in lui caratteristiche profetiche conosciute e alcuni tratti che possono assomigliare a Giovanni Battista o ad Elia.

Pietro intuisce la risposta, ma non la comprende pienamente. Intuisce per dono di grazia, ma non sembra disposto a vivere quello che ha intuito.

L’identità di Gesù non basta intuirla per grazia: può essere incontrata solamente in un coinvolgimento personale, nel seguirlo lasciandosi istruire da lui. Si è discepoli di Cristo solo quando si sa rinunciare alle nostre ragioni, ai nostri criteri, ai nostri tempi. Ecco cosa vuol dire rinnegare sé stessi.

Prendere su di sé la propria croce, significa liberarci del nostro io ingombrante per lasciare posto alla logica del Vangelo.

La croce, nelle parole di Gesù, non è una sventura che si abbatte su di noi, ma è il modo di pensare e di affrontare le vicende della vita di ogni giorno alla luce del Vangelo, assumendo il Vangelo come criterio delle nostre scelte.

Per lo più, anziché mettersi dietro a Gesù, di fatto ci poniamo davanti a lui: facciamo la nostra strada, costruiamo i nostri progetti, compiamo le nostre scelte indipendentemente da lui. Dio entra in scena solo quando gli chiediamo di benedire quello che abbiamo scelto e di sostenerci in quello che vogliamo costruire. E, senza andare dietro a Cristo per lasciarsi istruire da lui, ci riteniamo cristiani.

L’apostolo Pietro ha certamente fede nel Signore, ascolta la sua Parola, ma fatica a mettere il Signore al centro della sua vita.

Pur essendo il primo degli apostoli e pur essendo portato a esporsi con coraggio più di tutti gli altri, non gli riesce facile staccarsi dalla mentalità del mondo. Questo non solo gli impedisce di accogliere Gesù in tutta la sua realtà, ma diviene un intralcio perché mette avanti sé stesso, diventando pure un ostacolo per la fede degli altri: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33).

Come descrive la prima lettura, il vero discepolo è colui che si lascia aprire l’orecchio da Dio senza opporre resistenza e che per questo non sottrae «la faccia agli insulti e agli sputi» (Is 50,6) e affronta con fiducia le prove fisiche e psicologiche della vita di fede.

Come ha detto papa Francesco, la risposta di Pietro è stata per lui «l’inizio di un cammino: dovrà in effetti passare molto tempo prima che la portata di quelle parole entri a fondo nella sua vita, coinvolgendola interamente. C’è un “apprendistato” della fede, che ha riguardato anche gli apostoli Pietro e Paolo, simile a quello di ognuno di noi» (Angelus, 29 giugno 2022).

A Pietro, e a ciascuno di noi, Gesù chiede di essere come l’argilla che si lascia modellare dalle mani del vasaio. Dire di sì a Gesù con la propria debolezza e povertà. Sapendo che il si è solo l’inizio di un cammino.

Tutto questo richiede di mettersi in gioco con quello che siamo, senza mai illudersi di essere già arrivati, ma disposti a riprendere ogni giorno il proprio percorso “dietro a Gesù”, perché solo lui è la pienezza della vita.

Don Momigli

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