Articolo su Toscana Oggi – L’Osservatore Toscano del 3 marzo 2024
Nella gravissima tragedia avvenuta nel cantiere di Via Mariti -– di cui vanno rigorosamente accertate le responsabilità – ha scosso e coinvolto tutti, compreso il Papa e il Presidente della Repubblica.
In questa tragedia i temi della sicurezza nel lavoro si intrecciano con quelli della convivenza sociale e dell’immigrazione, dimostrando la necessità di un nuovo approccio alla gestione del fenomeno migratorio: vanno costruiti seri percorsi per un positivo inserimento degli immigrati sul territorio, per evitare che siano considerati solo braccia da lavoro e preda di intollerabili sfruttamenti oppure assorbiti come manovalanza nelle dinamiche criminali.
Dopo questa ennesima tragedia tutti abbiamo ripetuto: mai più! Come ha detto il cardinale Betori, occorre «produrre decisioni adeguate da parte di chi è coinvolto nel garantire la sicurezza dei lavoratori, mentre come comunità cittadina siamo chiamati a non abbandonare le famiglie provate da questa sciagura».
Il governo ha annunciato un giro di vite per chi viola le leggi sulla sicurezza, pene più severe, un aumento e un’efficace sinergia nei controlli. È stato chiesto anche l’inserimento del reato di omicidio sul lavoro. E c’è chi ha proposto «un patto tra amministrazioni, sindacati e imprenditori per il rispetto dei diritti e la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici».
Ogni strada normativa e gestionale che può rendere più dignitoso e sicuro il lavoro va percorsa con determinazione. Sappiamo bene, però, come drammaticamente testimonia l’esperienza, che norme e controlli, pur essenziali, non bastano, se manca la responsabilità delle persone. Un’etica professionale qualitativamente maggiore, ad esempio, potrebbe anche salvare delle vite.
Per questo penso che, accanto al quadro normativo e ai necessari controlli, sia necessaria una profonda mobilitazione delle coscienze e una mobilitazione culturale diffusa, se vogliamo davvero creare un nuovo sentire e un nuovo pensiero e un’applicazione delle leggi che guardi prima di tutto alle persone.
La crescita dello spessore etico, del civismo e della responsabilità personale e collettiva di ciascuno di noi, è indispensabile per orientare decisioni e azioni che mettono al centro la persona, la sua dignità e la sua sicurezza. Anche sul lavoro.