Intervista a La Nazione 24 giugno 2020
Don Giovanni Momigli è uno dei sacerdoti che più hanno segnato l’attività della Curia fiorentina per integrazione, dialogo e attività di tutela del lavoro. La notizia che sarà parroco e preposto di Scandicci ha fatto il gi ro della città. Le prime sensazio ni per il nuovo incarico le ha affidate a La Nazione.
Quale sarà la prima cosa da fa re al suo arrivo?
«Intanto ringraziare don Aldo Menichetti per il suo lavoro. Poi il dialogo: ritengo sia importante conoscere la comunità e chi la compone. Sapere quali sono le dinamiche cittadine. Per questo già prima del mio arrivo for male, previsto per i primi giorni di settembre, ho già cominciato a incontrare la città. Ho parlato anche col sindaco Fallani, che mi ha telefonato. Sono consapevole che questa città e tra le più importanti dell’area fiorentina, sono pronto per questo nuovo incarico».
Qual è la sua idea di Scandicci?
«E’ una città molto dinamica, ricca di spunti. E a proposito di spunti, ho letto con attenzione il dibattito che avete lanciato sull’area metropolitana: un’area omogenea e dialogante, dove il lavoro e la dignità sono essenziali e le grandi scelte infrastrutturali sono fatte in maniera collettiva e collegiale. Sindaci e istituzioni tutte devono lavorare proprio per promuovere questo senso di unità e il superamento dei campanilismi».
Cosa vuole dire ai suoi futuri parrocchiani?
«Di essere calati in questa dimensione collettiva. lo ritengo che la comunità pensante debba essere uno dei punti cardine della nostra società. E la chiesa deve essere ben inserita in questo contesto».