Il Vangelo di Marco, che leggiamo in quest’anno liturgico, racconta di alcune donne che di buon mattino vanno per ungere il corpo di Gesù con oli aromatici, trovano il sepolcro aperto e vedono un giovane in vesti bianche che dice loro: «Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. è risorto, non è qui» (Mc 16,6).
In queste parole c’è il nucleo essenziale della fede cristiana: Gesù è risorto. È un annuncio chiarissimo e, nello stesso tempo, inafferrabile: la realtà della risurrezione sfugge a ogni categoria umana. È annuncio di vita e, come la vita, è mistero.
Nella sua chiarezza e inafferrabilità, perché la realtà della risurrezione sfugge a ogni categoria umana, l’annuncio di Pasqua risuona ancora in questo nostro mondo, incapace di alzare lo sguardo e pieno di disuguaglianze, di ingiustizie e di guerre che mietono vittime, devastano città, provocano milioni di profughi, alimentano l’odio tra persone e popoli.
La fede in Gesù Cristo e nella sua risurrezione, se non diventa esperienza vissuta si logora, si riduce alla formalità delle abitudini e a un generico riferimento culturale.
Perfino quando si guarda con una certa attenzione a Gesù, generalmente ci si ferma al suo importante messaggio di giustizia, di solidarietà e di fraternità umana, ma raramente ci si riferisce alla sua morte e risurrezione. Eppure, come ricorda l’apostolo Paolo: «Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini» (1 Cor 15,19).
La fede in Cristo risorto, quando è vissuta, consente di rifondare il modo con cui stiamo al mondo, con cui viviamo le nostre relazioni e il nostro essere comunità. E rende seminatori della vera speranza, che non è ottimistica convinzione che domani le cose andranno meglio, ma è forza di vita, tensione operosa verso una meta.
Il primo annuncio della Risurrezione non è affidato a una formula da capire, ma a un segno – il sepolcro vuoto – e a una parola: «è risorto, non è qui» (Mc 16,6). Dopo aver contemplato e ascoltato le donne corrono dai discepoli a portare la notizia e tutto si mette in movimento e si rinnova.
La Pasqua è evento che sovverte pensieri e criteri: chi accoglie la sua energia di liberazione e di grazia diviene seme di rinnovamento per il mondo.
Buona Pasqua.
don Giovanni
Lettera per la Pasqua