Don Giovanni Momigli

Il 5 aprile del 1984 ho lasciato il sindacato per entrare in seminario

Il 5 aprile 1984, nel corso della riunione del Consiglio Generale della Filca provinciale, ho presentato formalmente le dimissioni dal sindacato.

Alcuni giorni prima avevo mandato la seguente lettera che sono andato a ricercare:

Agli amici e compagni della FILCA e della CISL

Agli amici e compagni della CGIL e della UIL

 

Quella che stiamo vivendo – come abbiamo rilevato anche nell’Assemblea Organizzativa della FILCA Territoriale – è una stagione nella quale si muovono e si scontrano contraddizioni sempre più stridenti ed eclatanti ed in cui le tendenze ed i processi stanno modificando in profondità, oltre agli assetti economici e sociali, anche i valori, le idee, le culture; una stagione nella quale le cose stanno cambiando più velocemente degli uomini e dove per l’uomo è sempre più difficile controllare l’opera delle proprie mani; una stagione che abbisogna di una forte idealità, di una grande militanza, di una crescita di competenza e di professionalità. Una stagione che non vivrò più dirigendo la FILCA fiorentina, né svolgendo un altro ruolo all’interno del sindacato.

E non perché siano venute meno quelle motivazioni e quella passione che mi hanno guidato e mosso in questi anni di attività sindacale, quanto perché la scelta da me fatta è una scelta che, pur contenendo queste motivazioni e questa passione, mi porta fuori dall’organizzazione.

In questi ultimi anni, in modo sempre più preponderante, è maturata in me la scelta – ed in tal senso da diversi mesi ho iniziato a muovermi, fino a rendere esplicita tale decisione ed a lasciare l’organizzazione presentando le mie dimissioni al Consiglio Generale – di dedicare la mia vita a Dio e all’uomo con il sacerdozio.

Nel recente Catechismo degli Adulti, ad un certo punto si afferma che: «L’uomo, qualsiasi uomo, è l’eterno roveto ardente di Dio, il permanente luogo della Sua manifestazione» e che «fare il cammino con l’uomo vuol dire incontrare Dio principio e ragione di ogni amore» Signore da chi andremo?», (Conferenza Episcopale Italiana., Roma, 1981, p. 32).

In questi anni di attività sindacale, non solo mi è stata concessa la possibilità di incontrare molti uomini e di camminare con essi, ma anche l’opportunità di potermi immergere nei vari problemi e di confrontarmi con essi, di capire quanto l’uomo incide sulle varie questioni e quanto queste condizionano l’uomo ed i suoi comportamenti, di condividere ansie, speranze, delusioni e lotte.

La ricchezza insita nell’attività sindacale e che in questi anni mi è stato concesso di accumulare, è una ricchezza alla quale non potrò fare a meno di attingere. La via che ho deciso di percorrere è dunque una via che mi porta fuori dall’organizzazione, ma che mi unisce ancor di più all’uomo nella sua totalità, comprese le sue problematiche ed i suoi bisogni.

Nel salutarvi singolarmente, non vi nascondo la mia emozione, sia perché legato ad ognuno di voi c’è un pezzo della mia esperienza e della mia vita, sia perché solo la certezza dello Spirito Santo mi impedisce di tremare pensando a quello che sono chiamato a fare.

Fraternamente

Giovanni Momigli

Dopo aver dato la maturità magistrale da privatista (l’esame per i primi due anni lo avevo già passato l’anno precedente), sono entrato in seminario nel settembre 1984. Ordinato Presbitero il 12 aprile 1990.

In questi quaranta anni sono maturati i pensieri, l’esperienza, il modo di esprimersi di relazionarsi e altro ancora, ma la sostanza mi pare sia rimasta. Ma una valutazione oggettiva non posso certamente farla.

Dimissioni Sindacato 1984

Don Momigli

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