Articolo pubblicato sul numero di domenica 25 maggio 2025 di Toscana Oggi – L’osservatore Toscano
L’ANNIVERSARIO Il 24 maggio del 2015 veniva pubblicata l’enciclica – L’ecologia integrale dopo dieci anni di «Laudato si’»
Il 18 giugno di dieci anni fa è stata pubblicata la Laudato si’ di papa Francesco sulla cura della casa comune. L’enciclica, datata 24 maggio 2015 solennità di Pentecoste, è fortemente attuale: continua a far riflettere e a sollecitare un profondo cambio culturale.
Asserendo che «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (LS, 139), l’enciclica esprime «preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore» (LS, 10); parla dei «diversi livelli dell’equilibrio ecologico: quello interiore con sé stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio» (LS 210); afferma che la cura del creato è inseparabile dalla cura dei poveri, dei fragili, degli esclusi.
La prospettiva focale su cui si regge l’enciclica è quella di un’«ecologia integrale»: «che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali» (LS 137), inscindibilmente legate con la questione ambientale. Il termine “ecologia” viene assunto nel significato profondo di approccio a tutti i sistemi complessi, la cui comprensione richiede di mettere in primo piano la relazione delle singole parti tra loro e con il tutto.
La conversione ecologica sollecitata dall’enciclica non spinge solo a fare qualcosa: «La consapevolezza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini» (LS, 209). Quello che serve è un cambiamento di mentalità, che conduca a rivedere i modelli di vita e di assetto dei rapporti economici, sociali e politici, prestando attenzione a non lasciarsi assorbire dal paradigma tecnocratico, ritenuto «un modo di comprendere la vita e l’azione umana che è deviato e che contraddice la realtà fino al punto di rovinarla» (LS, 101).
L’ecologia integrale comporta una responsabilità nuova verso le generazioni future, coinvolgendo urbanisti, agronomi, amministratori e cittadini, per promuovere politiche che integrino tutela ambientale, resilienza climatica e inclusione sociale, fondate sul dialogo tra saperi, sul ruolo attivo delle comunità locali e sulla valorizzazione del paesaggio come spazio di memoria e futuro.
Rigenerare il territorio significa rigenerare le relazioni, costruire un patto ecologico e sociale che ponga al centro la dignità della vita in tutte le sue forme. La visione di Papa Francesco è quella di un’ecologia «che integri il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda» (LS 15). Non possiamo «considerare la natura come qualcosa separato da noi o come una mera cornice della nostra vita» (LS 139): «noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile» (LS 89).
Per papa Francesco siamo talmente interconnessi che, nella Laudate Deum pubblicata nell’ottobre 2023 per sollecitare la successiva Conferenza delle Parti (COP 28) ad assumere scelte determinanti in tema di ambiente, parla di «antropocentrismo situato» (LD 67), ossia antropocentrismo relazionale, responsabile, dell’interconnessione.
L’enciclica non è diretta solo a coloro che ai vari livelli detengono un certo potere decisionale, ma ad ogni persona, ogni famiglia, ogni comunità. Tutti siamo coinvolti. Dobbiamo operare con più forza per incidere maggiormente sul piano delle decisioni politiche e rivedere stili di vita e relazioni, «anche se ciò non produce immediatamente un effetto molto rilevante da un punto di vista quantitativo, contribuisce a realizzare grandi processi di trasformazione che operano dal profondo della società» (LD 71).
In questo decennio sono stati avviati cammini nuovi e aperte prospettive inedite. Basta pensare che basandosi sul paragrafo 179 – «In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso…» – dalla la 49a Settimana Sociale di Taranto dell’ottobre 2021 ha preso forma il cammino ecclesiale per la costituzione delle comunità energetiche, sostenuto dalla Cei, ribadito dalla 50a Settimana di Trieste nel 2024, fatto proprio anche dalla diocesi di Firenze con una serie di azioni concrete.
Rileggendo la Laudato si’ alla luce dell’anno giubilare che stiamo vivendo il messaggio che ci raggiunge è chiaro: ciascuno è chiamato a piantare semi di speranza rivedendo le proprie relazioni e il proprio stile di vita, nella consapevolezza che tutto è connesso, che nessuno si salva da solo, che siamo tutti responsabili dei fratelli e della casa comune.