Solennità di San Zanobi, Patrono di Scandicci – Chiesa di San Zanobi a Casignano
Il vangelo che abbiamo ascoltato ci ricorda che solo Gesù Cristo è il Pastore che raccoglie, guida e difende il suo gregge, tanto che per questo gregge ha dato sé stesso fino alla morte, e alla morte di Croce: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10,11).
È a Gesù Cristo che dobbiamo guardare ed è lui che dobbiamo ascoltare per camminare nelle vie della vita. È una verità, questa, che dobbiamo sempre tener presente, anche quando celebriamo il santo patrono di una parrocchia o di una città.
Il patrono, del resto, è una persona che ha speso la sua vita proprio per Cristo, come ha fatto il Vescovo Zanobi, scelto oltre quaranta anni fa come patrono della città di Scandicci.
Il Vescovo Zanobi è stato un testimone e un annunciatore del vangelo in mezzo alle popolazioni del suo tempo, ancora in larga parte pagane. Ed è stato un deciso difensore della vera fede contrastando l’eresia che colpiva la divinità di Gesù Cristo.
Un’eresia che a differenza di quanto afferma l’inizio del vangelo di Giovanni, ossia che «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1,1), riteneva il Verbo creato all’inizio del tempo e, quindi, un essere subordinato.
Snaturare la natura divina di Gesù Cristo pone in crisi il fondamento di quell’incontro tra il divino e l’umano che connota in modo specifico la fede cristiana.
Contro questa tentazione occorre reagire anche oggi, di fronte ai vaghi spiritualismi presenti anche nelle nostre comunità. Così come bisogna reagire di fronte al tentativo di ridurre Gesù Cristo e il suo vangelo al solo messaggio umanitario, svuotandolo della sua dimensione divina e trascendente.
Tuttavia, come scrive il Cardinale Giuseppe Betori nella lettera a conclusione della Visita pastorale, “Camminare con il Signore nei nostri giorni”, nel contesto attuale per «l’annuncio evangelico il problema non è anzitutto quello di manifestarsi come verità a fronte degli errori, ma di trovare ascolto in cuori troppo spesso distratti, perché, affascinati dalla dimensione materiale dell’esistenza, cercano in essa la loro soddisfazione» (1).
Questo fascino per la sola questione materiale rischia di nutrire un individualismo sovranista che mina le radici del vivere comune e la ricerca di soluzioni condivise.
Nell’edificazione di una reale comunione, di cui la Chiesa è chiamata ad essere spazio concreto di esperienza e segno per il mondo, a ciascuno è dato un compito specifico. Come scrive il Cardinale Betori nella lettera citata, «La corresponsabilità si fonda su una fondamentale e necessaria “sinfonia delle diverse vocazioni”, dove ciascuna scopre la propria peculiarità unicamente in connessione con le altre» (4d).
Per chi crede in Cristo, dovrebbe essere naturale spendersi per l’edificazione della comunità cristiana e, contemporaneamente, per la comunità cittadina, ponendosi come fermento nella vita sociale, culturale, economica, politica.
Non si deve aver paura di sporcarsi le mani, di coinvolgersi attivamente, in relazione alle proprie caratteristiche, le proprie competenze e, soprattutto, alla propria vocazione.
La città è l’ambito in cui dare sostanza alla propria fede, dove si è chiamati a continua conversione e a operare per l’umanizzazione del mondo.
Celebrare il santo patrono, per una parrocchia come per una città, significa certamente chiedere la sua intercessione, ma rappresenta anche un richiamo al senso di appartenenza e alla necessità di operare per il bene della comunità e della città nella quale si vive e si opera.
Invochiamo San Zanobi perché le nostre parrocchie trovino in Cristo buon pastore il fondamento della comunione fraterna, siano membra vive del tessuto relazionale cittadino, vere testimoni dell’amore di Cristo per ogni persona.
E invochiamolo perché nella città di Scandicci cresca il comune impegno teso a creare valore sociale, inclusione e solidarietà, mettendo al centro la persona e il bene comune.
San Zanobi interceda per noi.