Ascoltiamo la Parola con l’orecchio del cuore di Duccio Moschella
In tempi difficili come gli attua li, fa sempre bene un supple mento di speranza, anche per il mondo del lavoro che si trova a combattere non solo con il vi rus, ma con l’incertezza della ri presa economica. A tale proposito può essere d’aiuto la lettera scritta da don Giovanni Momigli per questa Settimana Santa, iniziata «con la ritrovata consapevolezza della nostra fragilità e vulnerabilità personale e sociale dopo che in modo doloroso e drammatico il Covid-19 ci ha strappato le maschere delle nostre presunte sicurezze, con le quali abbiamo coltivato l’illusione di essere quel che non siamo. Il dolore di molte persone, famiglie e comunità a causa di ferite e lutti, domanda umana vicinanza e, nello stesso tempo, ci richiama a una profonda revisione delle relazioni interpersonali e delle priorità nella ricostruzione del tessuto sociale ed eco nomico, coscienti che l’autoreferenzialità è un’astrazione».
«Le sofferenze, i lutti, le fatiche e i molteplici problemi causati della presente pandemia, che portiamo nella preghiera – scrive il direttore dell’Ufficio pastorale sociale e del lavoro – ci spingono a un rinnovato e attento ascolto, porgendo l’orecchio del cuore e della mente alla Pa rola di vita che Dio sempre ci rivolge, anche quando sembra prevalere il suo silenzio. Ogni giorno seguiamo le notizie sul numero dei contagiati, dei guari ti e dei morti, ma occorre anche riflettere sulla morte, per avere uno sguardo diverso sulla vita; per illuminare alla luce della risurrezione sia la vita sia la morte. Vivere questo tempo infami glia con la preghiera, la riflessione e nutrendosi più abbondantemente della parola di Dio, esige una purificazione della nostra fede. E ogni famiglia può anche riscoprirsi o, addirittura, scoprirsi, chiesa domestica».